Piccole Note – 8 novembre 2020

Il Vangelo della domenica

Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo

«Il mio regno non è di questo mondo» (Gv 18, 36)

Un’affermazione lapidaria che riassume tutta la missione di Gesù. Mostra che Lui si muove in un’altra mentalità, sconosciuta a tutti, non solo al povero Pilato che lo sta interrogando. Dovremmo ricordarla spesso: ci aiuterebbe a smarcarci dalle regole del mondo e dalle dinamiche di apprezzamento, di visibilità nelle quali rischiamo sempre di trovarci invischiati. È un regno di liberazione, che vuole illuminare i cuori, renderli felici e inaugurare un’altra civiltà, quella dell’amore, un’altra cultura, quella del dare. È un altro ordine di idee, un’altra scala di valori. È un altro mondo che si apre alla nostra vista e possibile già da ogg

ALLARGA LO SGUARDO

Di fronte a quello che sta accadendo nel nostro paese a causa del Covit e nel mondo (pensiamo agli attentati a Nizza e Vienna, ma lo sguardo si apre alle tante paure e povertà che ci circondano) il rischio è di chiudersi e di lasciarsi prendere dalla paura perdendo ogni speranza. Il testo di un incontro e le parole dell’Arcivescovo di Vienna il Card. Schonborn ci possono aiutare ad allargare lo sguardo

Cominciamo dalla prima frase: allarga lo sguardo. “Allarga lo sguardo” è un’esortazione di qualcuno che vediamo, qualcuno che ci tira fuori dalle nostre paure e difficoltà. Accade nei racconti del Vangelo che è un’esperienza continua dell’allargamento dello sguardo, perché la gente che incontrava Gesù allargava lo sguardo.

Allargare lo sguardo cosa vuol dire oggi? Vuol dire, non fermarsi ai disagi provocati dal COVID, alla paura, alla fatica, anche alla sofferenza ma scoprire che c’è qualcosa in più dentro di te, che non si rassegna al male, alla fatica, al distanziamento, alla negatività. Dentro di te c’è qualcosa più grande del male, più grande del dolore, più grande della fatica, più grande dello smarrimento, più grande della noia.

“Allarga lo sguardo” perché lo sguardo è collegato al cuore e il tuo cuore, non si perde, la tua voce non è una povera voce, è una voce che apre all’infinito. Non possiamo affrontare questo tempo dimentichi di questa esperienza, se no in poco tempo ci stanchiamo. Invece se allarghiamo lo sguardo scopriamo che c’è una forza dentro di noi che fa rinascere una speranza.

Fa rinascere la speranza che non è finita la tua vita, anche se per colpa del COVID molti sono morti, molti di più ammalati e siamo sull’orlo di un disastro economico. C’è speranza, come dice Don  Giussani “una promessa per un bene futuro che parte da un’esperienza presente.”

«La domanda che ci siamo posti – dicono alcuni sacerdoti della Fraternità San Carlo che vivono a Vienna – è stata: da dove viene davvero la mia speranza?».

A questa domanda drammatica i gesti e le parole dell’Arcivescovo hanno indicato una strada

«Come prima cosa si è recato in cappella a pregare. Si è messo davanti a Dio con fiducia, perché c’è un Padre a cui affidare anche la paura. C’è qualcuno a cui dire che siamo spaventati e a cui guardare, per non rimanere solamente attoniti di fronte all’orrore.

Così, anche noi stamattina abbiamo pregato insieme e ci siamo spronati a guardare a cosa nella nostra esperienza ci dà fiducia e speranza».

Le parole dell’Arcivescovo poi ci hanno accompagnato nell’affrontare la realtà: «C’è paura, oggi, ma non dobbiamo rispondere all’odio cieco con altro odio. Non dobbiamo cadere nemmeno nella tentazione di chiuderci in casa impauriti. Anche se ora dobbiamo mantenere le distanze a causa della pandemia, non dobbiamo tenere a distanza i nostri cuori. Finché il calore nella nostra società è più forte della freddezza dell’odio, non dobbiamo scoraggiarci».

DOMENICA                                                             8 novembre

Entriamo di nuovo in un altro periodo difficile, nel quale ci sono ancora una volta imposte restrizioni e richiesti sacrifici. Tutto questo non aiuta la nostra esistenza, ma piuttosto rischia di generare dolori e fatiche, causati dalla distanza forzata, in tante persone che vivono accanto a noi nella città.

E’ un tempo che può però offrire l’occasione per approfondire di più le ragioni della nostra speranza e aprirci il cuore di fronte alle molte urgenze e necessità che in tanti devono affrontare e ritrovare così la possibilità di un cammino comune.

Come dice il nostro Arcivescovo Mons. Delpini: quello che stiamo vivendo non è solo “una emergenza sanitaria ma spirituale e umana”. Affidiamo a Cristo Re dell’universo la nostra speranza perchè sia da Lui resa più certa e sicura! 

Avvisi

* La nostra Chiesa rimane aperta e le messe seguono l’orario solito sia nei giorni feriali che festivi.

In particolare anche per poter incontrare i ragazzi e gli studenti il mercoledì sera alle ore 18.00 la messa sarà dedicata a loro e il giovedì alle ore 19.00 si diranno con loro i Vesperi.

* Il catechismo e il doposcuola in questo tempo è sospeso l’oratorio e i campi da gioco rimangono chiusi

* Chiediamo a tutti di fare della casa un luogo di unità, lavoro e preghiera ed insieme occasione di attenzione alle necessità dei vicini in particolare degli anziani.

* Dalla prossima domenica riprendiamo a raccogliere i generi di prima necessità da distribuire alle famiglie. Vi chiediamo anche la possibilità di offerte per acquisto di pc o tablet o la possibilità di uso.

Ricordiamo mercoledì 11 novembre la festa di San Martino mentre domenica prossima inizieremo a vivere insieme il tempo dell’Avvento