Domenica di Lazzaro
«Signore, ecco, colui che tu ami è malato» (Gv 11, 3)
La malattia di Lazzaro rappresenta la malattia radicale e invincibile di ogni uomo, che è la morte. Nessuno sa come guarirne. Se anche si attraversasse una vita intera indenni da ogni altro tipo di malattia, da quella comunque non si scappa.
Gesù, amico di ogni uomo, è l’unico medico che ci può guarire. Lui solo sa annientare la morte. Purtroppo c’è chi non si fida e quindi non lo sa e vive da prigioniero. Forse basterebbe amare per intuire questa verità: chi ama infatti sperimenta sempre di morire a se stesso e di rinascere ogni volta nuovo.
Il Papa in Marocco: una visita di Fraternità
Ringrazio soprattutto il Signore, che mi ha permesso di fare un altro passo sulla strada del dialogo e dell’incontro con i fratelli e le sorelle musulmani, per essere – come diceva il motto del Viaggio – «Servitore di speranza» nel mondo di oggi. Il mio pellegrinaggio ha seguito le orme di due Santi: Francesco d’Assisi e Giovanni Paolo II. 800 anni fa Francesco portò il messaggio di pace e di fraternità al Sultano al-Malik al-Kamil; nel 1985 Papa Wojtyła compì la sua memorabile visita in Marocco, dopo aver ricevuto in Vaticano – primo tra i Capi di Stato musulmani – il Re Hassan II.
Ma qualcuno può domandarsi: ma perché il Papa va dai musulmani e non solamente dai cattolici? Perché ci sono tante religioni, e come mai ci sono tante religioni? Con i musulmani siamo discendenti dello stesso Padre, Abramo: perché Dio permette che ci siano tante religioni? Dio ha voluto permettere questo: i teologi della Scolastica facevano riferimento alla voluntas permissiva di Dio. Egli ha voluto permettere questa realtà: ci sono tante religioni; alcune nascono dalla cultura, ma sempre guardano il cielo, guardano Dio. Ma quello che Dio vuole è la fraternità tra noi e in modo speciale – qui sta il motivo di questo viaggio – con i nostri fratelli figli di Abramo come noi, i musulmani. Non dobbiamo spaventarci della differenza: Dio ha permesso questo. Dobbiamo spaventarci se noi non operiamo nella fraternità, per camminare insieme nella vita…
E la gioia della comunione ecclesiale ha trovato il suo fondamento e la sua piena espressione nell’Eucaristia domenicale, celebrata in un complesso sportivo della capitale. Migliaia di persone di circa 60 nazionalità diverse! Una singolare epifania del Popolo di Dio nel cuore di un Paese islamico. La parabola del Padre misericordioso ha fatto brillare in mezzo a noi la bellezza del disegno di Dio, il quale vuole che tutti i suoi figli prendano parte alla sua gioia, alla festa del perdono e della riconciliazione.
Papa Francesco, Udienza generale del 3 aprile 2019
In cammino verso la Pasqua
“Coenae tuae mirabili hodie, Filius Dei, socium me accipis. Non enim inimicis tuis hoc mysterium dicam: non tibi dabo osculum, sicuti et Iudas; sed sicut latro confitendo te: Memento mei, Domine, in regno tuo”.
“Oggi, o Figlio di Dio, mi accogli come compagno alla tua mirabile cena. Non rivelerò questo mistero ai tuoi nemici: non ti darò un bacio, come Giuda, ma come il ladrone, riconoscendoti: ‘Ricordati di me, Signore, nel tuo regno’ “.
Questa citazione della Liturgia ambrosiana che si legge nella Messa in Coena Domini ci accompagni nel vivere la preparazione alla Settimana Santa. Riportiamo tale citazione non solo per la sua bellezza, ma perché accompagna il nostro cuore a rivivere gli eventi della Pasqua mettendo in gioco tutta la nostra umanità.