Domenica delle Palme
«Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo» (Gv 12, 3)
Potremmo parlare della potenza dei gesti silenziosi, di una raffinata comunicazione non verbale. Ma per Maria non è nulla di tutto questo. Lei semplicemente ama Gesù. E sa di non riuscire a dire a parole quello che vorrebbe esprimere. L’intensità straripante del suo affetto è ben visibile dall’esagerazione del suo gesto, che per lei è assolutamente normale, è il minimo che si potrebbe fare per Gesù. Guardandola comprendiamo che questa è la sorgente della vera religione: uno sconfinato amore riconoscente.
Riflessione sul Giovedì Santo
Mentre essi mangiavano Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo: ”Prendete e mangiate, questo è il mio corpo”.
Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro dicendo: “Bevetene tutti perchè questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite, fino al giorno in cui lo berrò di nuovo con voi, nel regno del Padre mio”. Mt 26,26-29
Il Signore è venuto “per noi”, a stare” con noi”.
Ha accolto e accoglie la nostra umanità
oltre ogni limite e ogni nostra debolezza.
Siamo così abituati a essere ignorati e persino traditi
da quelli che ci circondano che questa Sua presenza ci sembra incredibile.
Si è fatto e si fa compagnia totale della nostra vita, accoglienza assoluta.
Il corpo sacrificato per noi, il sangue sparso per la nostra vita: un pane che si può mangiare, un vino che si può bere con fede: una comunione che nessuno può più spezzare.
Riflessione sul Venerdì Santo
“Ecce homo, guardate il Dio che si è fatto uomo, il mistero insondabile dell’amore di Dio per il mondo. Dio ama l’uomo. Dio ama il mondo. Non un uomo ideale, ma l’uomo così com’è, non un mondo ideale, ma il mondo reale. Ciò che per noi è abominevole per la sua ostilità a Dio, ciò da cui rifuggiamo con dolore e ostilità, l’uomo reale, il mondo reale, questo è per Dio motivo di un amore insondabile, con esso egli si unisce nella maniera più intima. Dio diventa uomo, uomo reale. Mentre noi cerchiamo di ergerci al di sopra del nostro essere umano, di lasciarci alle spalle l’uomo, Dio diventa uomo e noi dobbiamo riconoscere che egli vuole che anche noi siamo uomini, uomini reali. Mentre noi distinguiamo fra pii e empi, fra buoni e cattivi, fra nobili e volgari, Dio ama l’uomo reale senza distinzioni. Non tollera che suddividiamo il mondo e gli uomini secondo i nostri criteri e che ci ergiamo a giudici su di essi. Ci riduce ad “absurdum” divenendo personalmente un uomo reale e un compagno dei peccatori… Egli eleva il suo amore per gli uomini al di sopra di qualsiasi sospetto di inautenticità, di qualsiasi dubbio e incertezza entrando personalmente dentro la vita degli uomini come uomo, assumendo su di sé e portando corporalmente la natura, l’essenza, la colpa e la sofferenza umana. Per amore dell’uomo Dio diventa uomo. Egli non cerca l’uomo più perfetto per unirsi a lui ma assume la natura umana così com’essa è. Gesù Cristo non è la trasfigurazione di una sublime umanità ma il sì di Dio all’uomo reale, non il sì spassionato del giudice ma il sì misericordioso del compassionevole. In tale realtà è racchiusa tutta la vita e la speranza del mondo”
Dietrich Bonhoeffer