AVVISI
- Martedì 5 novembre alle ore 15.00 Messa di suffragio Presso il cimitero di Bruzzano.
Sulle bacheche in Chiesa è esposto l’orario delle altre celebrazioni presso il Cimitero di Bruzzano.
- Domenica 3 novembre, I domenica del mese, sono disponibili le buste per la raccolta straordinaria per le spese parrocchiali.
- Lunedì 4 novembre ricordiamo S. Carlo compatrono della Diocesi
- Domenica 10 novembre ritorna la Messa delle h. 17.30.
- Domenica 10 novembre (giornata mondiale del povero) alla S. Messa delle h. 11,30 sarà consegnato il mandato agli operatori della carità.
- Domenica 10 novembre alle ore 30 incontro per i genitori dei bambini di 2° elementare e inizio del catechismo
- Avvento: torna il “Kaire” con l’Arcivescovo, l’appuntamento ormai tradizionale. Il momento di riflessione e preghiera attraverso cui l’Arcivescovo “entra nelle case” dei fedeli ambrosiani grazie ai media della Diocesi a partire dal 17 novembre
- Sabato 16 novembre si terrà la Colletta Alimentare
Piccole Note
II Domenica dopo la Dedicazione
(Is 56,3-7; Ef 2,11-22; Lc 14,1°.15-24)
L’immagine del banchetto, richiamata dalla pagina evangelica, è annuncio del dono del Signore per tutti i popoli.”il nostro Dio si rivela colui che vuole rendere partecipi tutti della festa. Molti uomini e donne del nostro tempo non sembrano aver interesse per l’invito di Dio: come gli invitati del Vangelo. La parola di Gesù rivela la verità di ciascuno di noi: siamo chiamati, siamo desiderati”
Al centro è dunque l’iniziativa di Dio, che ci precede e non conosce sosta, anche di fronte al rifiuto da parte dell’uomo. La dimensione universale della salvezza promessa da Gesù non elimina comunque la nostra responsabilità personale e non diminuisce in alcun modo la nostra libertà, asl contrario chiede una risposta, capace di superare ogni resistenza iniziale e ogni preoccupazione puramente umana.
(Mons. Mario Delpini)
LA TRASMISSIONE DELLA FEDE NELLA LITURGIA
Dall’Ordinario della II Edizione del Messale Ambrosiano (2024)
Cap. II N. 26
Quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura, Dio stesso parla al suo popolo e Cristo, presente nella sua parola, annuncia il Vangelo. Per questo tutti devono ascoltare con venerazione le letture della parola di Dio, che costituiscono un elemento importantissimo della liturgia. E benché la parola di Dio nelle letture della Sacra Scrittura sia rivolta a tutti gli uomini di ogni epoca e sia da essi intelligibile, tuttavia una sua più piena comprensione ed efficacia viene favorita da un’esposizione viva e attuale, cioè dall’omelia, che è parte dell’azione liturgica.
Cap. II N. 40
I santi Padri, profondamente consapevoli del carattere simbolico e del valore pedagogico della gestualità rituale, rivolsero una cura particolare alle diverse posture del corpo, quali la posizione eretta, rappresentativa della condizione propria del redento, reso libero dalla Pasqua di Cristo, lo stare seduti, segno del discepolo in ascolto o in meditazione, lo stare in ginocchio, segno di penitenza, supplica e adorazione (cf. Mt 2, 11); il capo devotamente inclinato, sostitutivo in certo modo dello stare in ginocchio. a) I fedeli stiano in piedi dall’inizio del canto all’ingresso, o mentre il sacerdote si reca all’altare, fino alla conclusione dell’orazione all’inizio dell’assemblea liturgica compresa; durante il canto dell’Alleluia prima del Vangelo; durante la proclamazione del Vangelo; durante la preghiera uni[1]versale o preghiera dei fedeli (secondo l’uso della tradizione ambrosiana, i fedeli possono anche inginocchiarsi, seguendo la monizione del diacono o di un ministro idoneo); all’orazione a conclusione della liturgia della paro[1]la; durante l’incensazione al termine della presentazione dei doni; durante la proclamazione
del simbolo della fede e dall’orazione sui doni fino al termine della Messa, fatta eccezione di quanto è detto in seguito. b) Stiano invece seduti durante la proclamazione delle letture prima del Vangelo e durante il salmo; all’omelia; durante la preparazione dell’al[1]tare mentre si esegue il canto dopo il Vangelo; alla preparazione dei doni all’offertorio e, se lo si ritiene opportuno, durante il sacro silenzio dopo la comunione. c) S’inginocchino poi alla consacrazione, a meno che lo impediscano lo stato di salute, la ristrettezza del luogo, o il gran numero dei presenti, o altri ragionevoli motivi. Quelli che non si inginocchiano alla consacrazione, facciano un profondo inchino mentre il sacerdote genuflette dopo la consacrazione. d) Durante la preghiera eucaristica, al momento dell’anamnesi-offerta, i fede[1]li possono imitare il sacerdote, allargando a loro volta le braccia in forma di croce56. e) Inoltre, durante il canto o la proclamazione del Padre nostro, si possono te[1]nere le braccia allargate: questo gesto, opportunamente spiegato, si svolga in un clima intenso di preghiera. Per ottenere l’uniformità nei gesti e negli atteggiamenti del corpo in una stessa celebrazione, i fedeli seguano le indicazioni che il diacono o un altro ministro laico o lo stesso sacerdote danno secondo le norme stabilite nel Messale.
Cap. II N. 42
Si deve anche osservare, a suo tempo, il sacro silenzio, come parte della celebrazione. La sua natura dipende dal momento in cui ha luogo nelle singole celebrazioni. Così, durante l’atto penitenziale e dopo l’invito alla preghiera, il silenzio aiuta il raccoglimento; dopo la lettura o l’omelia, è un richiamo a meditare brevemente ciò che si è ascoltato; dopo la comunione, favorisce la preghiera interiore di lode, di ringraziamento e di supplica. Anche prima della stessa celebrazione è bene osservare il silenzio in chiesa, in sacrestia, nel luogo dove si indossano le vesti liturgiche e nei locali annessi, perché tutti possano prepararsi devotamente e nei giusti modi alla sacra celebrazione.