III Domenica dopo il Martirio di Giovanni Battista
«In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita» (Gv 5, 24)
Con la Sua parola Gesù ci dà la Sua vita. Quando pensiamo alla vita eterna spesso pensiamo a qualcosa che deve ancora venire, un giorno nell’aldilà. Ma la vita eterna incomincia, qui e non finirà mai. Certo ora ne abbiamo solo dei bagliori in quegli attimi in cui ci sentiamo uniti nella gioia di Gesù. Ci dà una serenità di fondo che nessuno può toglierci. Poi un giorno sarà una vita completa.
TERREMOTO IN MAROCCO
La terra trema perché è inquieta, proprio come il nostro cuore
La terra che sussulta, come nel terremoto in Marocco, lo fa con un perché. È stata “sottomessa alla caducità”. E geme. Proprio come noi. Venerdì scorso un violento terremoto ha segnato la vita del Marocco, ma non è stato né il primo né sarà l’ultimo. Gli uomini sanno bene di questa improvvisa possibilità, di questa misteriosa energia che cova nel cuore della terra mentre sopra, ignara, si svolge la vita di sempre. Non guarda in faccia a nessuno, non si ferma davanti alle famiglie nelle loro case, ai malati nei loro letti, ai bambini che giocano per strada. La vita dovrebbe razionalmente essere definita una fregatura? L’ultima parola è la conta dei danni e delle vittime?
C’è un brano del Nuovo Testamento che lascia sempre senza fiato. È ciò che scrive san Paolo ai Romani: “La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità – non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha sottomessa – e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo”. Viviamo nel tempo dell’attesa e tutto, attorno a noi e in noi, ce lo ricorda. Persino la creazione non è in pace.
Quell’inquietudine che abita il nostro cuore sembra essere la stessa che agita le rocce e sprigiona l’energia. Anche noi, infatti, abbiamo i nostri “terremoti”. Quanti fatti imprevisti, inimmaginabili, sconvolgono la nostra esistenza e, spesso, in modo definitivo! All’inizio, davanti ai nostri occhi, hanno quasi sempre la forma di un ostacolo. Solo il tempo ci fa capire cosa resta ostacolo e cosa diventa promessa, esattamente come le doglie del parto per una donna. L’uomo, invece, attende nel modo inaugurato dal “Tutto è compiuto” di Cristo in croce: già e non ancora. È un’attesa nuova, certa di un compimento che dominerà la storia. Per questo nemmeno il terremoto può farci soccombere veramente. In fondo sappiamo che ci attende un’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo quando, finalmente, nessuna energia sarà più distruttiva.
PELLEGRINAGGIO DEL PAPA IN MONGOLIA
Don Pier è missionario a Karaganda e ha avuto l’occasione di partecipare alla visita del Papa nel Paese asiatico. Ho avuto la grazia di partecipare al pellegrinaggio in Mongolia per la visita in quella terra del nostro papa Francesco. Una piccola comunità, la chiesa in Mongolia, nata circa trenta anni fa dall’annuncio dei primi missionari, che con gioia intensa ha accolto il Papa, al suo arrivo a Ulanbatur. Che commozione l’entusiasmo e la familiarità semplice di anziani e bambini, suore e giovani per papa Francesco che si avvicina e abbraccia. Lo ha poi accompagnato all’incontro col Presidente della Mongolia, sulla piazza centrale dedicata a Gengis Khan. La sorpresa di un popolo che si arricchiva della presenza di tanti fratelli e sorelle di diversi paesi asiatici, provenienti dalle Filippine, Corea del Sud, Vietnam, Tailandia, Taiwan, Cambogia e Cina.
Il momento che mi ha colpito di più è stato l’incontro in cattedrale col Papa e la piccola, ma vivace comunità; le testimonianze semplici e profonde di scoperta della fede, colme di gratitudine. Rufina ha raccontato dell’entusiasmo della scoperta di Gesù, della Sua vita, non attraverso libri, che non c’erano, ma attraverso i missionari, Vangelo vivente. La difficoltà a tradurre in lingua mongola il termine “comunione” e la gioia di sperimentarla con i fratelli nella fede. E il Santo Padre ha affermato che la parola “comunione” ci spiega bene cosa è la Chiesa, ha sottolineato che non sono nostre strategie per fare squadra ma sorprenderci della Presenza di Gesù: è questione di fede e di amore al Signore, è fedeltà a Lui.
Poi la santa Messa presieduta dal Santo Padre nella Steppe Arena. Ci ha guidato a considerare la sete immensa delle steppe infinite e di ogni cuore e solo Gesù disseta, questa acqua ce la dona Gesù. Giorni in cui ho gustato guardare il Papa in azione, a cercare la vicinanza reale con tutte le persone, nella originalità di storia, cultura, condizione, età, superando distanze e paure, con stima e gioia. Della piccola comunità cattolica in Mongolia colpisce la vivace operosità nell’incontrare le persone nel loro bisogno: bambini di strada, orfani, affetti da diverse malattie, persone abbandonate, senza casa. È la possibilità, in un incontro, di iniziare un cammino che approfondisce la domanda di ciò di cui abbiamo veramente bisogno. È il riaccadere della novità di Gesù che accende la vera speranza per tutti. Giorni di festa di un Padre che abbraccia persone, Paesi, continenti perché preso da un abbraccio infinito.
Don Pier, Karaganda (Kazakhstan)
AVVISI
Grandi cose ha fatto il Signore per noi
Le parole del salmo responsoriale ci accompagnino in questa settimana con l’attenzione a scoprire come il Signore opera nella nostra vita e nella vita del mondo.
Feste di santi
Lunedì 18 settembre è la festa di S. Eustorgio cui è dedicata una delle più belle basiliche della nostra città.
Mercoledì 20 ricorderemo i primi martiri giapponesi.
Giovedì 21 è la festa di san Matteo apostolo ed evangelista.
Sabato 23 infine invocheremo Padre Pio da Pietralcina.
Catechismo
Gli incontri di catechismo per i nostri ragazzi avranno inizio nel mese di ottobre, secondo un calendario che vi è stato inviato e che potete vedere alle porte della chiesa e sul sito della parrocchia.
Nelle prossime settimane avranno inizio gli incontri per i ragazzi che il prossimo sabato 21 ottobre riceveranno la Cresima.
Aiuto alla Chiesa
- IBAN – IT 87 W 03069 09606 100000066416
intestazione: Parrocchia San Nicola Vescovo in Dergano - Satispay cercando in bottega Parrocchia san Nicola
Offerta personale