DOMENICA DI PASQUA
«Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto». (Mt 28, 7)
L’angelo della Risurrezione continua a parlare, da duemila anni e ci dice: “Non c’è un attimo da perdere. Andate! Occorre che questa notizia corra lontano, presto, subito. La aspettano tutti, è la speranza che abita ogni cuore. E dovunque andrete, vedrete che il Risorto è già lì, vi precede, ha già iniziato a preparare i cuori. Avrete difficoltà a non finire, persecuzioni che sembrano un muro, ma troverete sempre, dappertutto, qualcuno che crede, che entra in questa avventura, che rimane conquistato da questo annuncio, che verrà trasformato dal Vangelo e si formerà una comunità. Lì il Risorto si renderà presente, soprattutto quando l’amore reciproco tra voi lo inviterà”.
FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA
La festa della Divina Misericordia è stata istituita ufficialmente da Giovanni Paolo II nel 1992 che la fissò per tutta la Chiesa nella prima domenica dopo Pasqua, la cosiddetta “Domenica in albis”.
Quali sono le origini della festa?
Gesù, secondo le visioni avute da suor Faustina e annotate nel Diario, parlò per la prima volta del desiderio di istituire questa festa a suor Faustina a Płock nel 1931, quando le trasmetteva la sua volontà per quanto riguardava il quadro: “Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia”. Negli anni successivi Gesù è ritornato a fare questa richiesta addirittura in 14 apparizioni definendo con precisione il giorno della festa nel calendario liturgico della Chiesa, la causa e lo scopo della sua istituzione, il modo di prepararla e di celebrarla come pure le grazie ad essa legate.
Perché è stata scelta la prima domenica dopo Pasqua?
La scelta della prima domenica dopo Pasqua ha un suo profondo senso teologico: indica lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la festa della Misericordia, cosa che ha notato anche suor Faustina: “Ora vedo che l’opera della Redenzione è collegata con l’opera della Misericordia richiesta dal Signore“.
La parola del Papa
La pagina evangelica (cfr Mt 28,8-15) racconta che le donne, impaurite, abbandonano in fretta il sepolcro di Gesù, che hanno trovato vuoto; ma Gesù stesso appare loro sulla via dicendo: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno» (v. 10). Con queste parole, il Risorto affida alle donne un mandato missionario nei confronti degli Apostoli. Ora sono premiate da Lui con questo gesto di attenzione e di predilezione. Le donne, sempre all’inizio: Maria, all’inizio; le donne, all’inizio.
Prima le donne, poi i discepoli e, in particolare, Pietro constatano la realtà della risurrezione. Gesù aveva loro più volte preannunciato che, dopo la passione e la croce, sarebbe risorto, ma i discepoli non avevano capito, perché non erano ancora pronti. La loro fede doveva fare un salto di qualità, che solo lo Spirito Santo, dono del Risorto, poteva provocare.
Da quel momento, l’annuncio che Cristo è risorto si diffonde dappertutto e raggiunge ogni angolo della terra, diventando il messaggio di speranza per tutti. La risurrezione di Gesù ci dice che l’ultima parola non spetta alla morte, ma alla vita. Risuscitando il Figlio unigenito, Dio Padre ha manifestato in pienezza il suo amore e la sua misericordia per l’umanità di tutti i tempi.
Se Cristo è risuscitato, è possibile guardare con fiducia ogni evento della nostra esistenza, anche quelli più difficili e carichi di angoscia e di incertezza. Ecco il messaggio pasquale che siamo chiamati a proclamare, con le parole e soprattutto con la testimonianza della vita. Nelle nostre case e nei nostri cuori possa risuonare questa notizia: «Cristo, mia speranza, è risorto!» (Sequenza pasquale). Questa certezza rafforzi la fede di ogni battezzato e incoraggi soprattutto quanti stanno affrontando maggiori sofferenze e difficoltà.