TEMPO DI AVVENTO
IV domenica l’ingresso del Messia
«Troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui.
E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete:
“Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”» (Mc 11, 2-3)
L’ingresso di Gesù in Gerusalemme ci fa annotare un dato: basta un asino a portare Gesù. Siamo noi quell’asino, siamo incaricati di portare Gesù e portare Gesù non dipende da capacità o da potenzialità della nostra vita, semplicemente dalla disponibilità, dalla capacità di mettersi al suo servizio; questo ci permetterà di portare Gesù nei luoghi in cui viviamo.
SAN NICOLA DI BARI
Nicola fu uno dei più illustri santi che fiorirono nella Chiesa orientale nel secolo IV. Nativo di Pataro nella Licia, prestissimo si innamorò della vita religiosa, e si ritirò in un monastero nelle vicinanze di Mira.
Praticava la carità materiale e spirituale verso il prossimo, e di lui rimase celebre il seguente fatto.
Trovandosi tre giovanette in grave pericolo di perdere l’innocenza, non potendo a causa della loro povertà trovare un onesto collocamento, per tre notti consecutive Nicola si portò vicino a quella casa, ed ogni volta vi gettò dalla finestra una borsa contenente il necessario per la dote di una figlia.
La sua grande devozione lo spinse a visitare la Terra Santa. Durante il viaggio, si scatenò una tempesta tale che i marinai disperavano della salvezza. Ma Nicola, rassicuratili, si mise in ginocchio: ed il mare divenne calmo e si arrivò felicemente in porto. Ritornato dal pellegrinaggio, trovò vacante la sede episcopale di Mira, capitale della Licia. Nicola, già celebre per i suoi miracoli e per la sua vita esemplare, fu eletto ad occupare quella sede, e la resse sapientemente per molti anni. Fu grande benefattore dei poveri, padre degli orfani, sostegno delle vedove.
Durante la persecuzione di Diocleziano, fu deportato e confinato. Restituita la libertà alla Chiesa, il santo vescovo ritornò tra il suo popolo. Partecipò al Concilio Ecumenico di Nicea ed ebbe parte assai attiva nella confutazione di Ario. Il Signore lo preavvisò della prossima sua morte ed il Santo, radunò il clero, e prese a recitare il salmo: “ In te Signore ho sperato” fino al versetto: “nelle tue mani affido il mio spirito” e col sorriso sulle labbra, spirò. Era l’anno 342.
Il suo corpo si conserva a Bari, nella Basilica del suo nome.
AVVENTO SCUOLA DI PREGHIERA 4
La vicinanza: è il primo messaggio dell’Avvento e dell’Anno liturgico, riconoscere Dio vicino e dirgli: “Avvicinati ancora!”. Egli vuole venire vicino a noi, ma si propone, non si impone; sta a noi non stancarci di dirgli: “Vieni!”. Sta a noi, è la preghiera dell’Avvento: “Vieni!”. Gesù è venuto tra noi e verrà di nuovo alla fine dei tempi. Ma, ci chiediamo, a che cosa servono queste venute se non viene oggi nella nostra vita? Invitiamolo. Facciamo nostra l’invocazione tipica dell’Avvento: «Vieni, Signore Gesù». Possiamo dirla all’inizio di ogni giornata e ripeterla spesso, prima degli incontri, dello studio, del lavoro e delle decisioni da prendere, nei momenti più importanti e in quelli di prova: Vieni, Signore Gesù. Una piccola preghiera, ma nasce dal cuore. Diciamola in questo tempo di Avvento, ripetiamola: «Vieni, Signore Gesù».
Così, invocando la sua vicinanza, alleneremo la nostra vigilanza. Ma, se dobbiamo vegliare, vuol dire che siamo nella notte. Sì, ora non viviamo nel giorno, ma nell’attesa del giorno, tra oscurità e fatiche. Il giorno arriverà quando saremo con il Signore. Arriverà, non perdiamoci d’animo: la notte passerà, sorgerà il Signore, ci giudicherà Lui che è morto in croce per noi. Vigilare è attendere questo, è non lasciarsi sopraffare dallo scoraggiamento, e questo si chiama vivere nella speranza. Come prima di nascere siamo stati attesi da chi ci amava, ora siamo attesi dall’Amore in persona.
Ma anche su di noi può scendere un torpore. C’è un sonno pericoloso: il sonno della mediocrità. Viene quando dimentichiamo il primo amore e andiamo avanti per inerzia, badando solo al quieto vivere. Ma senza slanci d’amore per Dio, senza attendere la sua novità, si diventa mediocri, tiepidi, mondani. E questo corrode la fede, perché la fede è il contrario della mediocrità: è desiderio ardente di Dio, è audacia continua di convertirsi, è coraggio di amare, è andare sempre avanti. La fede non è acqua che spegne, è fuoco che brucia; non è un calmante per chi è stressato, è una storia d’amore per chi è innamorato! Per questo Gesù detesta più di ogni cosa la tiepidezza (cfr Ap 3,16).
Papa Francesco 29.11.2020
AVVISI 6 dicembre
Continuiamo insieme il cammino di Avvento: vi ricordiamo.
La preghiera: cerchiamo di essere fedeli alla messa e alla preghiera in casa in questa settimana segnata da tante feste.
Oggi celebriamo la festa del nostro Patrono S. Nicola. Nel pomeriggio alle ore 16.30 ci troveremo in chiesa per l’Adorazione Eucaristica
Lunedì celebriamo la festa di Sant’Ambrogio, il patrono di Milano.
Martedì 8 dicembre la chiesa ci fa invocare l’aiuto di Maria nella festa dell’Immacolata Concezione: le messe seguono l’orario festivo a partire dalla Messa di lunedì sera.
Durante la messa delle ore 17.30 un gruppo di ragazzi riceverà la S. Cresima.
Tutte queste ricorrenze ci ricordano che Dio non ci lascia soli nel cammino della vita: attraverso la vita dei Santi e di Maria siamo certi di essere accompagnati in questo difficile momento. Per questo li invochiamo.
La carità: continua la raccolta in chiesa dei viveri di prima necessità da distribuire il mercoledì alle famiglie bisognose.
Benedizione delle famiglie.
Invitiamo a partecipare alla messa delle ore 18.00 in parrocchia che si concluderà con la benedizione le famiglie che abitano in queste vie
Giovedì 10 dicembre Piazza Dergano, via Ciaia
Venerdì 11 dicembre Via Livigno, Piazza De Biasio
Chi desidera contribuire economicamente alle necessità della parrocchia può fare un
- Bonifico al seguente IBAN IT87W0306909606100000066416