Piccole Note – 9 febbraio 2020

V DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

«Gesù gli rispose: “Va’, tuo figlio vive”.
Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino» (Gv 4, 50)

Questo funzionario del re che ha il figlio malato non si limita a chiedere un miracolo. È anche disposto nel cuore a fidarsi di Gesù e quindi è pronto a fare il cammino che Gesù gli chiede. È questa fiducia che gli permette di scoprire, di toccare con mano che Gesù
non è solo un guaritore, ma che la sua è una parola potentissima che realizza ciò che dice, è una certezza solida per tutta la vita. Per questo il figlio guarito sarà per lui una gioia grandissima, ma soprattutto diventerà per sempre il segno tangibile che la parola di Gesù è luce e vita per sé e per tutti.

“Vivere è meglio che morire”.

Dirlo è così ovvio, quasi banale. Lo è meno se a pronunciare questa frase, in un’intervista con il Corriere della sera, è Stefano Gheller, 45 anni, malato dalla nascita di distrofia facio-scapolo-omerale. Solo qualche mese fa Stefano aveva deciso di andare in Svizzera a morire. “Avevo già contattato la clinica Dignitas”, racconta. Era disperato, non ce la faceva più. Non accettava l’idea di ritrovarsi paralizzato e alimentato da una macchina. Poi, però, un suo sfogo raccolto dal Giornale di Vicenza ha cambiato tutto.
Sono arrivati nuovi amici, inviti a pranzo, concerti. Qualcuno gli ha chiesto di trascorrere insieme il Natale. Non è cambiata la sua malattia. Quella c’è sempre e il decorso prosegue, inesorabile. E’ cambiato lo sguardo di Stefano sul mondo:” Se riesco a vivere con dignità, vivere è molto meglio che morire”. Parole che svelano il grande inganno dell’epoca della “dolce morte”. Il problema, infatti, non è ingegnarsi per concedere a chiunque, magari per legge, una morte dignitosa. Ciò che serve a Stefano e a chi come lui deve affrontare la fatica della malattia non è qualcuno che gli dica che è meglio arrendersi prima che sia troppo tardi, che non c’è alternativa al suicidio assistito. Non è un movimento di politici e cittadini comuni che si batta per concedergli di poter avere l’eutanasia a portata di mano risparmiandogli un costoso viaggio in Svizzera. Al contrario serve qualcuno che gli faccia riscoprire il senso e la dignità della vita, che abbracci e accompagni. Nessuno forse lo ricorda, o magari lo omette volutamente, ma gli ospedali nacquero, in epoca cristiana, anzitutto per assistere, accogliere e sostenere chi soffriva. Non sempre infatti la medicina è in grado di curare. E allora serve uno sguardo più grande, serve la capacità di dare speranza. E’ l’unica possibilità che abbiamo. Altrimenti tanto vale morire.

Tratto da “Il Foglio “ 4 febbraio 2020

AVVISI febbraio 2020

Apparizione della B.V Maria a Lourdes

Martedì 11 febbraio è l’anniversario dell’Apparizione della Madonna a Lourdes. A lei vogliamo affidare la nostra comunità.
Al mattino con partenza alle ore 6.00 dalla stazione di Bovisa si svolgerà il pellegrinaggio che ormai da 33 anni vede riunite tante
persone per invocare la protezione di Maria. Il pellegrinaggio si concluderà con la messa celebrata alle 7.30 nel Santuario della
Madonna di Lourdes in via Lomazzo.

Nel pomeriggio alle ore 16.00 sarà celebrata una S. Messa nella nostra Chiesa con i malati e gli anziani. Alla fine per chi lo desidera
sarà amministrata l’Unzione degli infermi.

Festa dei Santi Cirillo e Metodio

Venerdì 14 febbraio si festeggiano i SS. Cirillo e Metodio: sono i grandi santi dell’Oriente Cristiano, protettori d’Europa e richiamo
alla sua unità

Mercatino dell’usato

Oggi è l’ultimo giorno in cui potere visitare il mercatino dell’usato nel nuovo salone.